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NON FATE COME MILLAN! (articolo del 2010)
Premessa: chi è Cesar Millan? È il protagonista di una trasmissione rinomata all’estero e ormai diffusa in Italia sulle frequenze di National Geographic Wild chiamata “The Dog Whisperer”, tradotto con “L’uomo che sussurra ai cani”. E’ un bell’uomo di corporatura forte, infonde sicurezza ed appare molto determinato quando parla di cani e offre consigli su come risolvere situazioni problematiche.
Quali sono i metodi di lavoro utilizzati da Millan? Utilizza il collare a strangolo in ferro: se
il cane non obbedisce questo si stringe sul collo del cane togliendo fiato per far intenzionalmente passare il messaggio “qui comando io che sono l’uomo”. Se un cane si rifiuta di fare una determinata cosa, come ad esempio entrare in acqua perché ne è terrorizzato, il metodo suggerito è stringere il collare in modo da impedirgli di fuggire e usare la forza per buttarcelo dentro; se un cane è spaventato e per questo abbaia all’arrivo di ospiti in casa il metodo suggerito è bloccarlo contro un muro finchè non smette, stringendo il collare ogni volta che un minimo abbaio viene riprodotto oppure afferrarlo per il collo, sollevarlo da terra e non lasciarlo sino a che il cane non ha smesso tale comportamento.
Le spiegazioni che offre durante le consulenze riguardano il sistema gerarchico: l’uomo è il dominante, colui che decide e il cane è il sottomesso, il sottoposto, colui che deve obbedire. Ogni volta che il cane prende un’iniziativa, quindi, significa che vuole prendere possesso del comando e diventare il capo, e questo va evitato con qualsiasi mezzo, usando la forza e facendo vedere chi comanda. Questa visione però è superata e non trova più, in questi termini, nessun riscontro scientifico.
Inoltre ritengo che le modalità operative di Millan siano sterili, controproducenti e antiquate e suggerisco a chiunque abbia problemi con il proprio cane di non mettere in atto tali sistemi e di non rivolgersi a chi li utilizza.
Sono antiquate. Moderni studi di etologia e comportamento animale hanno mostrato le grandi capacità intellettive dei cani. Sono in grado di apprendere mediante il ragionamento perché al loro interno esiste la capacità di elaborare informazioni, sia apprese attraverso l’esperienza che grazie all’aiuto dell’uomo. Inoltre è risaputo da secoli (anche se a molti fa comodo non crederlo) che anche gli animali provano sentimenti e sensazioni quali paura, timore o felicità e piacere. Sapendo questo quindi mi appare antico e superato utilizzare, quale sistema “educativo”, un collare a strozzo che non spiega al cane cosa vogliamo da lui ma lo mette in condizione di non poter fare altro in quanto lo costringiamo con la forza a fare quello che vogliamo. E la costrizione, si può facilmente immaginare, porta paura e timore, sentimenti che non vorremmo mai un nostro amico provasse nei nostri confronti. Certo, se una persona ha un cane e lo considera un robot e non un amico ha un alibi perfetto, ma questo lo rende povero d’animo.
Sono controproducenti. Il cane di fronte ad un pericolo può scegliere se scappare o reagire. Nella maggior parte dei casi un cane non ha nessuna intenzione di dimostrare la propria forza rischiando di farsi ferire e sceglie quindi, attraverso una raffinata comunicazione non verbale, di far capire all’altro che non ha voglia di litigare e che preferisce andarsene. Ma se il cane non può scappare l’unica sua strada è la reazione a colpi di denti e zampe e, imparato una volta che questo funziona, sicuramente ripeterà il comportamento. Non è un caso infatti che la trasmissione di Millan, a differenza di altre come “Basta! Io o il cane” condotto da Victoria Stillwell, non torni dai clienti dopo 3 settimane: difficilmente un proprietario riesce ad emulare ciò che fa Millan perché lui usa parecchia forza muscolare per trattenere i cani e la situazione quindi spesso torna alla situazione di partenza per poi peggiorare drasticamente. Se l’educazione che impartiamo al nostro cane si basa sulla forza allora il cane utilizzerà la stessa strategia; se è la paura che costringerà il cane ad ubbidirci dovremo prima o poi aspettarci una sua –comprensibile- reazione. Ci sono sistemi molto più sicuri per educare un cane e si basano sulla collaborazione e l’intesa: questi sentimenti sì che offrono la sicurezza di un cane affidabile ed equilibrato!
Sono sterili. Cani e uomini sono insieme da più di 14.000 anni (altre teorie affermano addirittura 135.000), e per questo motivo pare che l’uomo abbia molto più in comune con il cane che con lo scimpanzè proprio perché oltre alla genetica c’è altro, come il comportamento sociale. Il cane è accanto a noi da quando è nata la prima comunità umana ed è quindi nostro alleato: nessuno si sognerebbe si trattare con violenza o aggressività un alleato perché, da che mondo è mondo, questo cambierebbe fronte e diventerebbe nostro nemico! Noi non dobbiamo pensare di diventare quindi il “capo” del nostro cane, quanto piuttosto un bravo leader che si è guadagnato il rispetto con un patto di fiducia, che nel desiderio di avere un cane affidabile e gestibile in ogni situazione ha capito che la collaborazione e l’accreditamento offrono maggiori garanzie di successo nel tempo. Quante cose potremmo apprendere se avessimo l’umiltà di pensare il cane come “diverso” e non come “inferiore”: il cane è un abile comunicatore ma soprattutto è un incredibile osservatore tanto da capire al volo se stiamo per portarlo a fare una passeggiata o dal veterinario!
Insomma, lo vogliamo trattare da amico e crescere con lui, relazionandoci con gentilezza e garbo oppure continuare ad utilizzare metodi barbari considerandolo una merce in movimento?
AGGIORNAMENTO del 20 gennaio 2010
A questo link (http://beyondcesarmillan.weebly.com/) ci sono i video che vedono Cesar Millan all'opera con il collare elettrico: se le mie parole non vi avevano convinto del maltrattamento che questo "esperto" mette in atto potete vedere e ascoltare quello che ha da dire il povero cane finito tra le sue mani.
Il proprietario non interviene e per questo mi rivolgo a voi: NON LASCIATE IL VOSTRO CANE NELLE MANI DI CHI NON VI CONVINCE, siete voi per primi i responsabili della sua felicità e diffidate da chi vi dice "con questo cane ci vogliono sistemi duri perchè se no non capisce" oppure "senza strozzo sarai trascinato da ogni parte".
I lamenti del povero cane del video spiegano meglio di qualunque parola quello che fa Millan...
LINK ATTINENTI:
- Quotidiano dell'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (AMNVI) che, da subito, si è schierata contro il programma http://www.anmvioggi.it/10262/12-10-09/la-veterinaria-disapprova-il-metodo-millan
- Sempre dal quotidiano dell'AMNVI in merito all'uso del collare elettrico da parte di Millan http://www.anmvioggi.it/10685/21-01-10/cesar-millan-utilizza-collari-elettrici
- Sito di una collega che testimonia l'impegno nel chiedere la cancellazione del programma http://alexanddogs.blogspot.com/2009/10/dog-whisperer-o-scaredogs.html
Se avete link da suggerire proponete pure: più sono meglio è per la causa!
L'APPARENZA INGANNA? (articolo del 2009)
Guardate la foto: difficile non pensare alla sua felicità e alla sua contentezza nel correre libero sulla neve! Soddisfa la necessità di esplorare e di muoversi in libertà, annusando mette in moto chissà quali parti del suo, per l'uomo ancora poco conosciuto, cervello e VIVE, nel senso più ampio della parola! E' libero di andare fuori dal tracciato del percorso e di tornare da me quando lo desidera senza la paura che io lo lasci solo o che possa succedergli qualcosa. Ma cos'è che davvero ci offre l'immagine del cane felice? E' davvero il moto e tutto quanto scritto sopra?
Secondo me c'è dell'altro ed è la sua espressione: sembra che rida!
Questo mi ha fatto pensare che è impossibile uscire dalla nostra visione antropomorfa: la prima cosa che salta all'occhio è "il cane ride"! La risata però è un'interpretazione umana e mi son chiesta quanto questa innata capacità (o terribile egocentrismo!) che abbiamo di riconoscere le nostre peculiarità umane nelle altre specie possa influire poi nella relazione. Troppe volte vedo il mio cane "felice" in tal senso e gli appioppo una carezza -seppur leggera- sulla testa ottenendo però, per tutta risposta, una leccata sul suo muso! E mi dispiace tanto non riuscire ad uscire maggiormente dai miei panni umani!
Il golden retriever è una delle razze forse che più facilmente di altre cade vittima di questa "estetica bontà" perchè "ha la faccia da buono" e "si vede dagli occhi che non farebbe mai del male ad una mosca"... Povero il mio cane, a volte mi dispiace così tanto che abbia quella faccia da bravo e buono cane che fa portare le mani di tutti sulla sua testa, ma dentro di lui è un cane quanto un rott o un pittbull (va bene, forse un pò meno impegnativo ma prima della differenza tra razze c'è il mondo cane dove mi piace pensarli uguali).
Quanto l'aspetto fisico del cane ci condiziona nel modo di vederlo? Quanto l'occhio tondo e le orecchie cadenti ci portano a dire "com'è contento" o "com'è dolce"?? Quanto la chioma fluente e bionda pregiudicano il nostro modo di viverlo e di starci insieme?
Quanto l'aspetto di Niso che io vedo con i miei occhi mi condiziona il modo di capirlo dentro?
Non ho risposte, non è che le cerchi davvero, l'unica cosa che voglio è... continuare a correre con lui! Quindi....
Corri Niso... COOOOORRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!
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